Questo articolo lo potete trovare anche nel blog del progetto “patti d'impatto” attivo su tutta Roma.
Questo piccolo ciclo di articoli vuole essere un invito alla riflessione per genitori sul momento che stiamo vivendo. Uno spazio dove è possibile ritrovare la descrizione di stati d'animo conosciuti e qualche suggerimento su come organizzare al meglio il tempo in casa.
La complessità che stiamo vivendo nei tempi attuali del coronavirus è notevole.
Molti fattori ci influenzano: l'esposizione ai rischi, ai pericoli, l'ansia e la preoccupazione per l'incolumità personale e per quella dei nostri cari e non ultimo il problema dell'isolamento, seppure non è un isolamento totale perché i dispositivi tecnologici ci aiutano a stare in contatto con gli altri. Ma la limitazione della libertà è una limitazione notevole e impatta con le storie di ognuno in modo diverso portando stress e in molti casi angosce e modifiche nel tono dell'umore.
Ci sono, tuttavia, delle attività e dei suggerimenti che possono essere utilizzati dalle persone per migliorare il proprio benessere e per affrontare nel migliore dei modi la gestione dei figli.
Da un punto di vista psicologico è necessario (ri)costruire il proprio adattamento, integrando nuove attività alle vecchie, la finalità è ricreare routine nello “spazio del dentro”. Perché se è pur vero che il “tempo e lo spazio del fuori” hanno subito una sospensione non si è fermato lo “spazio e il tempo del dentro”, ed è quindi importante scandire ed organizzare le proprie giornate in modo tale da avere nuovi cardini attorno ai quali poter far girare regole e tempi casalinghi. La confusione e la sospensione rispetto alla quale ci troviamo di certo non aiuta il nostro stato d'animo, ed è possibile che nell'arco della stessa giornata noi e i nostri/e bambini/e attraversiamo diverse emozioni, dal sentirci arrabbiati, all'apatici o tranquilli.
É importante in questo riuscire ad ascoltarsi e trovare un spazio anche per dichiarare come
ci si sente.
Una domanda molto comune in questi giorni è: come spiegare ai propri/e figli/e l'isolamento e il coronavirus?
A prescindere dall'età del bambino/a è fondamentale dir loro la verità su ciò che sta accadendo. Facendo attenzione al linguaggio che si utilizza, che dev'essere sempre comprensibile e quindi tarato per età, questo per evitare che i/le bambini/e fantastichino su ciò che non sanno o che non hanno capito, spesso ingigantendo molto le questioni o addossandosi la colpa di ciò che avviene. Qualora possa essere più facile si possono utilizzare disegni o storie che possano essere un primo veicolo di informazioni.
É inoltre necessario ascoltare le loro domande cercando di dare risposte chiare e rassicurandoli il più possibile, senza fare previsioni sulle quali noi per primi non abbiamo la possibilità di verificarne la correttezza.
È importante non lasciare i bambini in uno stato di tensione. Valutate nella conversazione il loro livello di ansia osservando il linguaggio del corpo, il tono di voce e il respiro. Ricordate loro che potranno esserci altre simili difficili conversazioni in futuro e che voi siete attenti, ascoltate e siete disponibili ogni qualvolta si sentano inquieti e preoccupati. Lasciategli una finestra per il dialogo sempre aperta, parlando loro e chiedendogli come stanno. Sarete in grado di aiutare meglio i vostri figli/e se voi stessi affrontate al meglio la crisi. I bambini reagiranno con le vostre stesse reazioni alle notizie. Li aiuterà dunque sapere che siete calmi e in controllo della situazione. Se vi sentite ansiosi o abbattuti, prendete del tempo per voi stessi e state in contatto con membri della famiglia, amici, persone di fiducia nella vostra comunità. Dedicate del tempo ad attività che vi facciano rilassare e recuperare. Qualora vi rendiate conto che avete necessità di maggiore sostegno, non esitate a chiedere aiuto psicologico, sapranno aiutarvi a comprendere meglio i vostri bisogni.
Nel prossimo articolo risponderemo alla domanda: quale influsso può avere sulla psiche dei bambini una chiusura forzata in casa? Questa domanda complessa potrà trovare risposta solo “caso per caso” e “casa per casa”. Dipenderà da come genitori e figli avranno affrontato insieme quest'esperienza, quali caratteristiche e capacità di resilienza avranno saputo utilizzare... Al prossimo articolo!
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