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  • Immagine del redattoreAlessandra Celentano

La mia posta #1


Quando il cane si morde la coda


Gentilissima dottoressa sono una giovane donna delusa dalla vita. Ho sempre pensato di essere una persona leale limpida e sincera e sono sempre stata ricambiata nelle amicizie allo stesso modo! Purtroppo da quando ho iniziato a lavorare ho incontrato sulla mia strada delle amicizie che non si sono rilevate tali. In questo periodo ho avuto una delusione dopo l'altra ma la cosa che mi fa stare più male è che non ho capito subito con chi avevo a che fare. Ora mi sento sola, non riesco a parlare con nessuno non mi fido più. Sono diventata mamma e questo mi ha tagliato fuori dal mondo lavorativo. La cosa più grave è che ho paura di essere tradita anche da mio marito. La genitorialità cambia la prospettiva nella coppia. In più in questo periodo non sono di buona compagnia , non mi va di ridere e scherzare, ho solo molta rabbia.

Grazie e scusi per lo sfogo. P.


Risposta


Carissima, nella sua lettera delusione e tradimento emergono espliciti e sembrerebbero mettere in discussione tutto l'assetto della sua vita. 

Dal punto di vista diagnostico avrei bisogno di ulteriori informazioni per capire di cosa si compone la sua rabbia e se questa ha un destinatario diretto oppure è senza cornice.


Sembrerebbe che lei sia all' interno di una situazione paradossale che, come un cane che si morde la coda, non le permette di vedere altre prospettive. Elenca una serie di elementi che mi lasciano intuire la difficoltà che lei ha di fidarsi prima di tutto di sè stessa, "la cosa che mi fà stare più male", dice, è di non aver capito quanto fossero sleali alcune compagnie, rimandando a sè ogni errore.


La mia proposta è di riflettere su nuovi obiettivi di felicità sui quali riorganizzare la sua vita e segnare dei passaggi chiari e pratici a cui fare riferimento. Cara P. ascolti la sua rabbia; è venuto, forse, il momento che questa si palesi, vada in fondo alle questioni senza timori. Contempli la possibilità di chiedere aiuto, so che la mia proposta le chiede ciò che lei teme e quindi fidarsi nuovamente di sè e insieme di fidarsi "dell'altro" chiedendo aiuto.


Avrei voglia di porle una domanda, come si è sentita dopo aver scritto la sua lettere, di fatto leale e limpida proprio come descrive sè stessa? Vede, cara, lei lo chiama sfogo ma io credo che sia molto più di questo, credo che sia un vero e proprio passo avanti alla ricerca di un aiuto e ancor di più rappresenti la volontà di tornare a fidarsi. 


Cara P., la ringrazio molto per avermi scritto, credo abbia espresso in questo modo la possibilità rinnovata che lei ha di affidarsi. Mi auguro che possa ritrovare la fiducia in sè stessa e molte altre cose belle, spero di esserle stata d'aiuto le faccio un grande in bocca al lupo.



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